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SB19​-​L'Aleph

by Gli Insetti Nell'Ambra

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    "Post punk nebbioso, garage rock anoressico, sentimenti westernati, fascinazioni kraute e scampoli di canzone italiana." (Rumore)

    "Post-punk delle origini, con molti riferimenti ai Public Image Ltd o persino ai ritmi ripetuti kraut dei Neu!, dove rigide linee di basso [...] fanno da base per la fantasia di Bronkos, pronto a pennellare assoli caotici e distorti." (Onda Rock)

    "L’Aleph racchiude ed esterna nei suoi circa 27 minuti di musica estrema e affascinante l’afflato onirico della psichedelia degli anni Sessanta e l’oscura desolazione dell’avanguardia new wave. Un lavoro bello e interessante." (Distorsioni)
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  • Limited Edition Cassette
    Cassette + Digital Album

    With amazing original artwork by Reg Mastice. Printed on silver paper. Only 75 numbered copies available.

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    Sold Out

  • T-shirt "Gli Insetti nell'Ambra"
    T-Shirt/Apparel + Digital Album

    Wonderful design by Reg Mastice III. Incredible screen printing by Arrache Toi Un Oeil. Only 30 available. Pink.

    Includes unlimited streaming of SB19-L'Aleph via the free Bandcamp app, plus high-quality download in MP3, FLAC and more.

    Sold Out

1.
E2E4 04:34
sotto gli alberi del centro mi confronto con nemici sconosciuti uno sguardo basta per sfidarci a singolar tenzone noi non siamo di quelle persone che sprecano parole no, non siamo di quelle persone come si sta bene in questo mondo dove tutto è bianco e nero e bastano due lettere e due numeri a descrivere ogni cosa il mio posto è in fondo a questo mare, che attutisce tutti i suoni tranne il ticchettare dei cronometri, ed il battito del cuore preferisco un'apertura regolare che già indichi la strada che contenga tutto il suo sviluppo per almeno dieci mosse no, non mi spaventano gli scambi, anche se perdo materiale non mi pesa fare sacrifici, se c'è una ricompensa in qualche minuto già languiamo nelle calme equatoriali dove una banale distrazione porta gravi conseguenze non è facile restare calmi, quando non succede niente e si decide chi uscirà vincente, e chi uscirà battuto ha lasciato che occupassi il centro, ma ora instaura una pressione sento che qualcosa si prepara, ma è troppo complicato e cado in una trappola sottile che non riesco a prevedere e i suoi pugni azionano il cronometro con impeto crescente turbine di colpi ben piazzati che mi inchiodano alle corde ticchettio, assordante stillicidio che impedisce di pensare e non ho più voglia di parare i colpi, preferisco andare a fondo dirmi che non ho abbastanza forze per riuscire a questo gioco non ho la pazienza che ci vuole per riuscire a questo gioco non ho la fermezza necessaria a prevalere a questo gioco non ho la fermezza necessaria a prevalere a questo gioco.
2.
Foto 03:58
ho trovato le foto dentro al vecchio cassetto prese distrattamente in un altro presente teste e idee spettinate ecco i nomi e le date e i cancelli del parco ma non mi riconosco non cambiare discorso. un confronto allo specchio e mi disintegro piano col passare del tempo ridivento terreno ad un ritmo costante e non c'è niente da dire ma continuo a parlare finché resti una traccia di pensiero cosciente. il mio afflato divino non si riesce a trovare l'hanno perso per sbaglio proprio come un bagaglio e io lo aspetto agli arrivi con in mano un biglietto e un po' di male alla pancia guardando il nastro girare guardando il nastro girare... e questo male alla pancia è tutto quello che resta è l'estremo saluto del pensiero cosciente forse un'indigestione qualche cosa che ho preso un sapore un po' aspro che in effetti detesto niente di più indigesto niente di più indigesto... e mi disintegro piano ad un ritmo costante rinunciando a qualcosa ogni giorno che passa inconsapevolmente trasformandolo in rabbia in un male alla pancia in un peso costante proprio sotto lo sterno. e gli arbusti del parco denudati dal freddo non son rami ma sbarre, inferriate, cancelli, ed il grigio del cielo un soffitto incombente troppo basso, opprimente tutto pieno di nubi circondato da tubi tutto sporco di nubi. ma davvero, tu dici? siamo noi in primo piano? idee tutte arruffate ai cancelli del parco davanti o dietro le sbarre secondo i punti di vista ma non mi riconosco e non ti riconosco ne sei proprio sicuro? non cambiare discorso.
3.
Elettroni 05:02
provate a immaginare un casino di elettroni spediti a tutta birra contro ad uno schermo opaco sul quale qualcuno ha ritagliato due fessure ci sono particelle che si schiantan contro il muro ci sono particelle che attraversan le fessure e dietro il primo schermo ce n'è un altro dove vanno ad atterrare il professore chiede, voi, che cosa ne pensate? c'è un tizio che propone: due bande parallele mentre noi scriviamo tutto ma non ci capiamo niente scriviamo tutto ma non ci capiamo niente e il professore ride soddisfatto, e scuote il capo no, dice, la materia si comporta come luce e cosa fa la luce quando incontra una fessura? cosa fa la luce quando incontra una fessura? e il mio vicino mormora, sgomento, ma cosa dice? di che cosa parla? ma tu, poi, l'hai mai visto un elettrone? secondo il professore non c'è modo di capire un comune mortale non è in grado di capire dice che la materia si comporta come luce ma neanche richard feynman c'ha il cervello di capire neanche richard feynman c'ha il cervello di capire allora guardiamo tutti insieme la stranissima figura e proviamo a domandarci quale delle due fessure attraversa un elettrone per stamparsi contro il muro non c'è risposta a meno di sparare dei fotoni per fare un po' di luce, per contare gli elettroni ma la luce non è un'onda, è più un corpo senza massa che sposta un elettrone, gli rovina la giornata e gli elettroni innervositi formano due bande parallele secondo il professore non ci sono vie d'uscita per fare una misura rompi il cazzo a un elttrone che come per ripicca ti rovina la misura come per ripicca ti rovina la misura è la maledizione dell'indeterminazione che neanche planck ed einstein sono in grado di evitare è la maledizione dell'indeterminazione e neanche planck ed einstein sono in grado di trovar la soluzione il mio vicino mormora, sgomento, ma cosa dice? di che cosa parla? ma tu, poi, l'hai mai visto un elettrone? ...
4.
:riflessi 02:53
rasentano piano gli specchi invisibili non lascian traccia nell'ombra gli specchi non hanno riflessi gli specchi non hanno riflessi non cade su loro dell'ombra una macchia neanche la macchia dell'oro e un raggio di luce giallastra vien fuori dal centro sul raggio rimangono lievi impalpabili le impronte sfumate di luci di nebbie sul raggio rimangono lievi impalpabili le impronte sfumate di luci di nebbie riflessi ! appaiono spaiono lenti si fanno ora vivi ora smorti appaiono spaiono lenti dei volti bianchissimi appena il pallore la luce ne scopre vi passa pian piano la nebbia e ricopre a un tratto splende uno sguardo gli specchi non hanno riflessi occhi che corrono cercando pungenti o in fondo confusi languenti morenti e in basso una ridda di dadi danzanti ne splendono i punti scurissimi vi passan lievi davanti le impronte sfumate di luci di nebbie le impronte sfumate di luci di nebbie riflessi ! appaiono spaiono lenti si fanno ora vivi ora smorti appaiono spaiono lenti dei volti bianchissimi
5.
Sperando 03:52
t'ho visto seduto tutto solo in un caffè molto alla moda, sperando eri concentrato sul tuo smartphone, rileggevi i tuoi messaggi, sperando di celare l'ansia dell'attesa di qualcuno di qualcosa, sperando di trovare il modo di alleviare l'agonia dei tempi morti aspettando che qualcuno arrivi e ti domandi se non ti ha paccato e cosa penseranno di te gli altri hipster che ci fai da solo nel caffè alla moda? per fortuna che puoi fare finta di inviare dei messaggi, sperando che qualcuno dei tuoi amici metta dei 'mi piace' alle tue foto, sperando che si veda bene che ti trovi in un caffè molto alla moda, sperando di trovare il modo di alleviare l'agonia dei tempi morti perché hai bisogno di essere notato di essere qualcuno di essere qualcosa dentro ai tuoi stivali di gran moda e che non pensino che sei stato paccato che diavolo avranno poi da dirsi che ci vuole tanto tempo, sperando ti domandi in mezzo agli altri hipster nel caffè molto alla moda, sperando che anche nelle loro discussioni ci sia qualche tempo morto, sperando ma sembra non si vedano da anni, o è l'effetto della birra? hai aspettato per almeno un'ora dentro ai tuoi stivali di gran moda ah che ansia prendere la sola e non ti chiedi cos'ho fatto di male strano talento che ti invidio un poco quando cadi, cadi sempre in piedi e che ci sia qualcosa che devi espiare è un pensiero che nemmeno ti sfiora
6.
Aleph 04:54
nella cantina di Elena Viterbo morta nel millenovecentoventinove un giorno ho visto il microcosmo alchemico il nostro vero amico primordiale del diametro di circa otto centimentri e di quasi insopportabile fulgore fui accompagnato da Carlos Daneri cugino grasso di Elena Viterbo che l'aveva scoperto per errore cadendo per le scale da bambino e quando riaprì gli occhi vide... l'aleph ! mi disse di guardare attentamente tra l'ottavo ed il settimo gradino una minuscola sfera cangiante che sprigionava un bagliore accecante una minuscola sfera cangiante che sprigionava un bagliore accecante e in quell'istante semplice e gigante ho visto dei miliardi di milioni compiere azioni deliziose e orripilanti ed ogni cosa era infinite cose perché ero ovunque simultaneamente guardando da tutti gli azimuth esistenti guardando da tutti gli azimuth esistenti e ho visto tutte le città degli uomini tutte le moltitudini d'America ho guardato in ogni specchio del pianeta nessuno rifletteva la mia immagine nessuno rifletteva la mia immagine nella cantina di Elena Viterbo accompagnato da Carlos Daneri tra l'ottavo ed il settimo gradino quando riaprii gli occhi vidi l'aleph
7.
Segnali 01:13

credits

released January 8, 2018

Bronkos: chitarra selvaggia
Ludwig van Baloney: voce, campionamenti, chitarra basso, chitarra ritmica, modulatore ad anello
Luciano Chessa: Sonomatics Aardvark synth in "Aleph"
Il testo di ":riflessi" è basato sulla poesia omonima di Aldo Palazzeschi. Il testo di "Aleph" è basato sul racconto "L'Aleph", di Jorge Luis Borges. Foto della band di Piero Poli.

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